26 giugno 2016

GIULIO ALDINUCCI & MOON RA - Mutus Liber [No Problema Tapes, 2016]

- Mutus Liber - 

Nel precedente split, o collaborazione che dir si voglia, ovvero E.S.P. con Nicola Corti, la fiorentina Maria Rosa Sarri ci ha brutalmente infastidito (nel senso positivo) attraverso sonorità graffianti, maleodoranti di zolfo e arrugginite come le lamiere di una marcia acciaieria abbandonata: questo è quello che il violaceo condominio ha percepito, abbiate pietà.
 
In Mutus Liber - 50 copie, rilasciate dalla cilena No Problema Tapes, etichetta che coincide con il ritorno per Moon Ra dopo Space Is Still The Place del 2013 ed unico tape che manca per completare la personale collezione - duetta in modo sincrono con il senese Giulio Aldinucci (Dronarivm, Time Released Sound), facendo risultare il sodalizio tutto assai acquoso. Per la precisione sto immaginando il suono che potrebbe avere la corrente elettrica 220v (a livello subatomico) nel passaggio all'interno di contenitori metallici colmi di acqua (appunto). Diciamo una sorta di propagazione elettrofluida che, partendo dal centro, rimbalza dalle pareti e tende poco per volta alla dissolvenza, rilasciando per capillarità, molecole di vapore acqueo in un substrato sabbioso, ma fertile dal punto di vista biologico.
Soundscapes che si possomo assimilare a piatte superfici di morbido fango soggette a fluttuazioni circolari e al tempo stesso abrasive, causa la presenza nell'atmosfera di un forte tasso di salinità e microscopiche particelle di silice sferoidale.
Uno split velenoso come le spine degli scorpioni di mare, provoca allergia cutanea, spasmi muscolari e, in alcuni momenti, perfino schizofrenia, gonfiori e forti dolori addominali che durano per ore intere. Un lavoro, concetto valido per entrambi gli artisti italiani, che attira l'attenzione facendoti innalzare la pinna dorsale (quella che oggi noi esseri umani non abbiamo, ma che probabilmente un tempo assai remoto sì, visto la provenienza evolutiva di ogni specie esistente).

Copertina (sarà per il rosa, che volendo si può interpretare come una sfumatura sbiadita del viola), le tracce Albedo e Vocal Prism, assolutamente sopra le righe: da avere!

5 giugno 2016

DEN ARKAISKA RÖSTEN - O▲ [Beläten, 2015]

- Den Arkaiska Rösten, O▲ -

... da una mia vecchia recensione per la webzine The New Noise.

Il progetto nasce nel 2010, ma è dalla performance live dell’anno dopo – tenuta al Fylkingen – che gli svedesi Per Åhlund and Girilal Baars si manifestano al pubblico con lo pseudonimo Den Arkaiska Rösten (in italiano: “la voce arcaica”).

L’esibizione non è passata inosservata, tanto che il tenebroso Thomas Ekelund (Trepaneringsritualen e titolare della Beläten) acquisisce la registrazione, li inserisce nel proprio catalogo runico e infine pubblica una cassetta dal titolo geometrico: O▲ (cerchio/triangolo). Nella loro proposta sonora, finemente incentrata sulla sacralità della voce e su drone extraterrestri, possiamo trovare elementi di circolarità simbolistica Ouroboros (religione, magia, esoterismo, cropcircle, peyote), ma anche cabalistici Ain Soph (inteso come il nulla senza fine) saturi di invisibile materia oscura, stargate e stati allucinatori da pandorum (la sindrome orbitale disfunzionale). I riferimenti più prossimi – se proprio vogliamo cercarli – sono quegli spostati sacerdoti russi dei Phurpa, magari meno rituali. L’incenso cede il posto alla polvere spaziale e l’infinita luminosità stellare si sostituisce a quelle delle candele accese. La differenza sostanziale però sta nel solo uso dell’elettronica (i Phurpa si servono soprattutto di strumentazione tradizionale proveniente dal Tibet) e nella manipolazione della voce, meno gutturale ma più aliena e haunted. Da tutto ciò ne derivano due tracce dark ambient intense e inquiete, dalle pulsazioni industrial e dalle atmosfere opprimenti e metalliche.

Gli interminabili e mistici ascolti degli incappucciati russi – citando una famosa battuta da un film di Indiana Jones – sono una trasmittente per parlare con Dio. La voce arcaica del duo svedese, oltre che essere meno ostica, invece, è una ricerca cosmica: lancia un messaggio subliminale e spirituale nell’oltreverso alla ricerca di altre forme di vita (si spera più intelligenti), in modo tale che siano gli stessi omini verdi a cercare di stabilire una comunicazione, attraverso una sorta di abduzione psichica. E noi stupidi che mandiamo in orbita immagini e suoni incisi dentro il Voyager Golden Record…