5 giugno 2016

DEN ARKAISKA RÖSTEN - O▲ [Beläten, 2015]

- Den Arkaiska Rösten, O▲ -

... da una mia vecchia recensione per la webzine The New Noise.

Il progetto nasce nel 2010, ma è dalla performance live dell’anno dopo – tenuta al Fylkingen – che gli svedesi Per Åhlund and Girilal Baars si manifestano al pubblico con lo pseudonimo Den Arkaiska Rösten (in italiano: “la voce arcaica”).

L’esibizione non è passata inosservata, tanto che il tenebroso Thomas Ekelund (Trepaneringsritualen e titolare della Beläten) acquisisce la registrazione, li inserisce nel proprio catalogo runico e infine pubblica una cassetta dal titolo geometrico: O▲ (cerchio/triangolo). Nella loro proposta sonora, finemente incentrata sulla sacralità della voce e su drone extraterrestri, possiamo trovare elementi di circolarità simbolistica Ouroboros (religione, magia, esoterismo, cropcircle, peyote), ma anche cabalistici Ain Soph (inteso come il nulla senza fine) saturi di invisibile materia oscura, stargate e stati allucinatori da pandorum (la sindrome orbitale disfunzionale). I riferimenti più prossimi – se proprio vogliamo cercarli – sono quegli spostati sacerdoti russi dei Phurpa, magari meno rituali. L’incenso cede il posto alla polvere spaziale e l’infinita luminosità stellare si sostituisce a quelle delle candele accese. La differenza sostanziale però sta nel solo uso dell’elettronica (i Phurpa si servono soprattutto di strumentazione tradizionale proveniente dal Tibet) e nella manipolazione della voce, meno gutturale ma più aliena e haunted. Da tutto ciò ne derivano due tracce dark ambient intense e inquiete, dalle pulsazioni industrial e dalle atmosfere opprimenti e metalliche.

Gli interminabili e mistici ascolti degli incappucciati russi – citando una famosa battuta da un film di Indiana Jones – sono una trasmittente per parlare con Dio. La voce arcaica del duo svedese, oltre che essere meno ostica, invece, è una ricerca cosmica: lancia un messaggio subliminale e spirituale nell’oltreverso alla ricerca di altre forme di vita (si spera più intelligenti), in modo tale che siano gli stessi omini verdi a cercare di stabilire una comunicazione, attraverso una sorta di abduzione psichica. E noi stupidi che mandiamo in orbita immagini e suoni incisi dentro il Voyager Golden Record…

Nessun commento:

Posta un commento