16 dicembre 2016

SKAG ARCADE (The Look Of Silence), MEANWHILE.IN.TEXAS (Twin God Fragments) - [Orb Tapes, 2016]

- meanwhile.in texas & Skag Arcade -

... e siamo ancora qui, con questo inutile blog, che faticosamente continua ad essere attivo. Già, ma la colpa non è nostra se c'è gente che tira fuori robette davvero niente male, come nel caso di Paolo Colavita aka Skag Arcade e Angelo Guido alias meanwhile.in.texas.
Perchè un post unico? Perchè dopo l'entusiasmante Fernweh - che consiglio di acquistare immediatamente, tra i miei migliori ascolti di questo anno - pare viaggino musicalmente assieme, dalle uscite per la spagnola Craneal Fracture arrivando alla americana Orb Tapes, susseguendosi perfino nel catalogo. Ricordando che entrambe le release sono in audiocassetta e in edizione, ovviamente, limitata, cominciamo a scrivere due righe con quella temporaneamente uscita prima, ovvero:

Skag Arcade - The Look Of Silence

- The Look Of Silence -

Ricordando che la realizzazione di questo lavoro prende ispirazione da tutte quelle forme di governi totalitari ed in special modo quello cambogiano di Pol Pot. Visto il concept è (quasi) d'obbligo aspettarsi tanti minuti di sonorità violente e brutali, invece, è molto riflessivo, specialmente nella lunga traccia titolo. Sì, certo, qualche escoriazione o bruciatura dovuta al passaggio interno di scariche elettriche, forse cercando di voler riproporre/immaginando gli abusi fisici o torture psichiche di coloro che in quel paese fossero contari al regime. Tracce di musique concréte e di spray insetticida alla Dave Phillips e SPK (vedi Insect Musicians) servono da contraltare per Choeung Ek Pickup, per farvi capire meglio: è come se il brano Coitus dei Whitehouse amplificasse le turbolenze metereologiche e geomagnetiche imprigionate nell'album Weather Report del maestro dei field-recordings Chris Watson.
Esclusa la traccia finale, che risuona come una sorta di mesto requiem (che non è mai una cosa brutta da queste parti), il resto naviga su inquietanti e abissali oceani dark-ambient che all'improvviso, come forti mareggiate in burrasca, collidono come fossero invalicabili tsunami post-industriali, su piattaforme petrolifere abbandonate da decenni e corrose dalla salsedine marina, dando sfogo a deflagrazioni atomiche e rumorismi di ferramenta in frantumi.


meanwhile.in.texas - Twin God Fragments

 - Twin God Fragments -

Abbiamo chiuso gli occhi e lasciato andare che le vibrazioni  invadessero il violaceo condominio. Ottime sensazioni, perfino Maja (la mia piccola micia) si è abbandonata tra le nostre braccine, ed è cosa rara.
Provo a indovinare, con la consapevolezza che tanto non ci prendo mai, per cui sottolineamo che quel drone-ambient etereo/fiabesco dalla matrice oltremodo nostalgica del precedente Take Black Pills, ha preso una forma gotica e una sostanza siderurgica. Cercherò di farvi una istantanea dell'immagine che ho avuto in testa durante questo ascolto: è come trovarsi all'interno di una diroccata cattedrale, a sua volta inglobata in una fatiscente e oleosa raffineria (post-industrial?) del Texas, mentre radioattive folate di noise abrasivo veicolano minacciose nubi formate da un concentrato di pulviscolo di carbonio amorfo che, fuoriuscendo da inquetanti vetrate e percorrendo le navate, finiscono per avvolgerti e strangolarti come un serpentone arruginito di filo spinato. Abbastanza chiaro, oppure no?


Vale sempre la regola: supporto e buon ascolto!

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