26 gennaio 2016

CHVE - Live @sPAZIO211, [Torino, 25.01.2016]




Lo so che l'headliner della serata era Scott Kelly, però qui la sua performance non è piaciuta, ma non perchè il membro dei Neurosis non sia bravo, ma solo perchè questa tipologia di proposta musicale, ovvero versione acustica (noir, triste, più o meno sofferta e dolorosa) con soltanto voce e chitarra, ci piace esclusivamente quando è espressa dalle fanciulle... portate pazienza.
Per fortuna nel tour europeo, e che ha toccato la mia città (Torino), ad accompagnarlo c'è il belga CHVE (Colin H. Van Eeckhout), per il quale abbiamo fatto carte false e convinto tutti gli 'ospiti' affinchè potessimo assistere alla sua esibizione, anche perchè presentava il suo ultimo lavoro in solitario (ricordiamo che lui è membro del collettivo Amenra) dal titolo "Rasa", che è risultato tra i miei migliori ascolti dello scorso anno, 
quindi: NON POTEVAMO MANCARE!
Vi lascio dunque questi quasi quaranta minuti di drone-folk prodotto dal suono fascinoso del proprio hurdy-gurdy: rituale e assai suggestivo. Bravo!
Ah... per la cronaca chi vi scrive era in prima fila a fianco dell'autrice di questo meraviglioso video. 
Buona visione et ascolto!

19 gennaio 2016

MYSTERYA Volume 2 [Neve Micro, 2015]


Mysterya è il periodico di cultura esoterica diretto dall’aretino Marco Grosso (Ouroboros e altri progetti). Articoli, diagrammi, disegni e spunti interessanti in questo volume 2, si va dalla fenomenologia dei fantasmi alla respirazione yoga, dalla cabala in astrologia al diabulus in musica, finendo perfino ai bioritmi, che ad una persona lunatica come me, la cui sinusoide umorale ha una frequenza ciclica fissata in un paio d’ore, questi ultimi temi sono sempre gradite letture. A questo breve opuscolo è allegato un breve cdr altrettanto interessante, sia per i nomi degli artisti presenti che per le sonorità occulte e mistiche. Quattro racconti enigmatici, storie ermetiche introdotte dalle melodie ancestrali di Simon Balestrazzi, note profonde che avvicinano questo suo magnetico drone verso i cerimoniali proposti dal side-project Dream Weapon Ritual: frequenze subliminali che rimandano ad oggetti terreni, solidi tronchi d’alberi secolari a cui aggrapparsi per non scivolare nell’abisso. Gli alessandrini Corpoparassita, invece, spostano immediatamente il suono verso coordinate più tetre e death-industrial, dove l’inferno è rappresentato da fiumi di metallo fuso incandescente e dove peste nera e dannazione interagiscono creando un ambiente puzzolente e asfissiante. Artico Culto è stata (quasi) una sorpresa, non li conoscevo (almeno come nome), ma quando ho letto che è il connubio tutto torinese fra Dario Neri alias SKR e il fotografo Stefano Oflorenz ho realizzato a che tipologia di malattia andavo incontro. La loro traccia è diretta, un tenebroso fendente dark-ambient che non fa altro che ridurre ancor più la luminosità, quietando l’atmosfera con tessiture infernali e metalliche che non promettono nulla di buono: malvagità incombente e sonorità adatte per un oscuro rito celebrato nientemeno che da Thulsa Doom. Chiude Snowfade - che poi è uno dei tanti progetti di Marco Grosso - congelando il processo attraverso una avvolgente e trasparente brezza, new-age esoterica che ripristina la luce ma soprattutto sterilizza l’aria tramite la nebulizzazione di molecole di incenso cristallizzato. 

Tracklist:

Simon Balestrazzi - Dann Und Wann
Corpoparassita - Nell'utero telaio della generatio
Artico Culto - Il sogno di Katla
Snowfade - Chimelight

Vi lascio il link del tape (interessante e che ho anche comprato) del duo torinese Artico Culto uscito per la Soundscape713.
Buona lettura (lo spero) et... buon ascolto!

2 gennaio 2016

DISTORTION GIRLS - Party [The Cat Box, 2015]


... nei momenti, in cui la mia micia (un pochino raffreddata) mi lascia scrivere, evitando di saltellare tra la tastiera di questo computer, proviamo a buttare due righe su questo doppio album del trio danese dei Distortion Girls (spero ricordiate i Flowers Of Yes!).
Tra i migliori ascolti di questo 2015. Psichedelia e drone-guitar, noise distorto quando serve e mai fastidioso, voce che oscilla tra l'etereo e il sofferente, malattia quanto basta e che talvolta assume sfumature perfino trip-hop e dub. Il disco si chiama "Party": alieno, magnetico e... lacrimevole. 
Provate a dare un ascolto...